La TV vista da dentro

 

           

La foto qui a lato mi ritrae nel rito portafortuna che compie chiunque sia in visita a Pisa e che consiste nel toccare una lucertola scolpita su uno degli ingressi bronzei del Duomo. Era il 10 Maggio del 1998 e stavo cercando di accattivarmi la dea bendata perchè due giorni dopo avrei dovuto partecipare come concorrente alla trasmissione televisiva di Rai 1 "Due contro tutti". Il tutto era cominciato per caso...

Nel Gennaio del 1996 conducevo una trasmissione radiofonica sull'emittente di Pisa "Radio Incontro", in quel periodo su Rai 1 andava in onda la trasmissione "Luna Park", condotta da Pippo Baudo, dove bisognava rispondere a domande musicali. Proposi ad Eva, mia collega alla radio, di scrivere per partecipare alla trasmissione poichè si giocava a coppie e noi, modestamente, di musica ne conoscevamo. Scrivemmo ma non avemmo nessuna risposta fino a quando nei giorni precedenti la Pasqua del 1998 a casa di Eva arrivò una telefonata da Roma. Era una delle autrici della trasmissione "Due Contro Tutti" di Rai 1 che le chiedeva di sostenere con me una selezione preliminare alla sede Rai di Firenze che se superata ci avrebbe permesso di partecipare come concorrenti alla trasmissione. Eva ci mise un pò a capire di cosa si trattava anche perchè come me non si ricordava più di avergli scritto, comunque molto emozionata accettò l'invito e subito mi avvisò.

Nel pomeriggio del 22 di Aprile ci recammo alle sede Rai di Firenze per sostenere il "provino". Appena entrati nel palazzo fummo inviati verso la stanza dove si svolgeva la selezione, c'erano già altre coppie che aspettavano e così ci sedemmo ad attendere il nostro turno. Dopo mezzora d'attesa entrammo incuriositi ed emozionati in uno studio televisivo alquanto scarno : c'erano una telecamera, una scrivania, un microfono e un paio di luci. L'autrice, seduta dietro la scrivania, ci disse di andare dietro il microfono che le stava 4 o 5 metri davanti e su cui puntavano le luci e la telecamera. Ci fece dire in breve qualcosa di noi e ci propose un gioco che si faceva nella trasmissione, alla fine ci disse che ci avrebbe fatto sapere.

Il tutto era durato 10 minuti. Uscendo dagli studi Rai dissi ad Eva che il "vi faremo sapere" è una formula usata nel mondo dello spettacolo per non dire che non ce l'hai fatta e che ci conveniva sfruttare il resto del pomeriggio per girare Firenze in modo da non aver fatto il viaggio a vuoto. Una settimana dopo invece, in barba alla mia previsione, ci fecero sapere con una telefonata che avevamo superato la selezione e che se ci andava bene il 12 di Maggio saremmo andati a Roma ospiti della Rai a partecipare alla trasmissione. Per noi andava bene, anzi benissimo, ed iniziarono così il conto alla rovescia e i preparativi per la trasmissione. Innanzi tutto bisognava scegliere l'abbigliamento da portare in valigia perchè loro non ci davano abiti di scena e in trasmissione bisognava essere eleganti, possibilmente le ragazze in gonna e i ragazzi con giacca.

Dopo estenuanti prove confezionai il guardaroba per una settimana, in caso di vittoria saremmo andati in onda più volte. Iniziammo anche a "studiare" per la trasmissione e così tutte le sere alle 18.30 riunione a casa di Eva per guardarla assieme e provare a fare i giochi, inoltre dopo cena andavamo in radio ad ascoltare e memorizzare più canzoni possibili: una vera e propria faticaccia!Si arrivò così, tra abiti da provare e proverbi da imparare, all’11 di Maggio giorno della partenza in treno per Roma.

Partimmo alle 8:50 con un I.C., biglietto di seconda classe, giunti a Roma con un taxi raggiungemmo l’albergo dove avremmo alloggiato durante la nostra permanenza, il tutto ovviamente a spese Rai. L’albergo, a tre stelle, era a 500 metri da Cinecittà e ci erano state riservate due camere singole con bagno, tv, frigobar e aria condizionata non funzionante. Posati i bagagli decidemmo di non andare a pranzo alla mensa della Rai ma visitare per quanto fosse possibile Roma e di recarci poi agli studi di Cinecittà dove eravamo attesi per le 18:00 perché dovevamo assistere come pubblico alla puntata che andava in onda quel giorno.

Dopo aver quindi gironzolato per il centro di Roma alle 18 in punto giungemmo a Cinecittà, agevolati dal fatto che una linea della metropolitana ferma proprio in corrispondenza dell’ingresso. Entrati, un portiere ci indirizzo verso lo studio 15 dove si realizzava la trasmissione.Arrivati allo studio, un grande capannone, due uomini del servizio di sicurezza ci chiesero chi fossimo e saputolo chiamarono l’autrice che ci aveva fatto il provino a Firenze la quale ci fece entrare. Il capannone era diviso in due: da una parte c’era lo studio della trasmissione con affianco la sala di regia, dall’altra c’erano i camerini dei ballerini e una sala prove per i balletti. Un pò più avanti, salendo una scala, si accedeva alla redazione, dove c’era anche il camerino del presentatore Carlo Conti, e alle stanze del trucco. 

L’autrice ci fece entrare nello studio e ci fece accomodare tra il pubblico dicendoci di guardare con attenzione tutti i movimenti che i concorrenti facevano perché la sera dopo li avremmo dovuti fare anche noi.Lo studio era piccolo, o almeno era più piccolo di come si riusciva ad immaginare vedendolo da casa, c’erano tre telecamere grandi, una attaccata a un braccio mobile al soffitto, molte luci e una quindicina di persone tra autori e tecnici di studio, ovviamente c’erano anche 2 gradinate di legno per il pubblico, un centinaio di posti in tutto, uno spazio per l’orchestra e le postazioni dei concorrenti. Assistemmo con attenzione a tutta la puntata e alla fine di essa l’autrice ci diede il "libro dei proverbi della Zingara", ne conteneva 1000, dicendoci di impararli e di presentarci il giorno dopo alle 12 in redazione per andare a mensa e poi iniziare i preparativi per la trasmissione. Ci diede inoltre una lista di quotidiani da comprare e da leggere perché da essi loro prendevano le domande di attualità che facevano nel gioco. Andammo subito in albergo, cenammo velocemente e di corsa in camera a studiare quei benedetti proverbi.

Poiché il libro era unico, per leggere almeno una volta tutti i proverbi in tempo, io leggevo e cercavo di memorizzare quelli scritti nelle pagine dispari, Eva quelli nelle pagine pari; completammo l’opera all’una di notte. La mattina dopo sveglia alle 8:30 e colazione in albergo, poi subito ad acquistare i giornali e a cercare le notizie che secondo noi potevano essere oggetto di domanda; inoltre ci interrogammo a vicenda sui proverbi e li ripassammo una seconda volta. Senza rendercene conto si fecero le 12 e con giornali, libro e abiti che avremmo indossato in trasmissione ci recammo allo studio 15 di Cinecittà.L’autrice ci stava aspettando e ci diede le chiavi di un camerino da utilizzare per cambiarci e per mettere le nostre cose. Ci diede anche 2 buoni pasto per la mensa di Cinecittà, ci indicò dov’era e ci disse di tornare per le 14 perché dovevano cominciare a prepararci per la trasmissione. 

Mentre ci recavamo a mensa parlavo con Eva dei personaggi famosi con cui avremmo potuto pranzare assieme, magari anche allo stesso tavolo. Giunti alla mensa facemmo un quarto d'ora di fila ed entrati ci accorgemmo che dei personaggi noti non c'erano neanche le foto e che quella era la mensa dei tecnici e degli impiegati, devo dire però che almeno non si mangiava male.

Finito il pranzo facemmo una passeggiata per Cinecittà, ma non facemmo nessun incontro con VIP. Alle 14 eravamo di nuovo allo studio, l’autrice disse ad Eva di andare in sala trucco perché per le ragazze occorrevano due o tre ore, dipendeva dal tipo di pettinatura da fare, e a me di andare pure in camerino a leggere i giornali o ripassare i proverbi perché un pò di trucco me lo avrebbero messo nell’imminenza della trasmissione. Alle 17 l’autrice mi venne a chiamare nel camerino perchè avevano finito di truccare Eva e le altre concorrenti, e ci dovevano spiegare il regolamento della trasmissione e farci firmare dei documenti.Alle 17:30 ci dissero di andare a metterci l'abito con cui saremmo andati "in onda" e di passare poi in sala trucco per l’ultimo ritocco per le ragazze e per il mio. Mi truccarono velocemente perché avevo i capelli cortissimi che non andavano pettinati, così per le 18 eravamo tutti pronti e fummo subito mandati nello studio dove si svolgeva la trasmissione. 

 

Un tecnico ci mise i microfoni e l’assistente di studio ci fece vedere e provare i movimenti che dovevamo fare durante la trasmissione. Alle 18:30, dieci minuti prima dell’inizio, venne in studio Carlo Conti, non lo avevamo mai visto prima, ci salutò velocemente e poi si diresse verso il pubblico a firmare autografi. Noi rimanemmo al nostro posto, emozionati e affascinati da quanto stava per accadere.Quando venne passata la linea alla trasmissione, Conti ci intervistò brevemente e poi diede la linea alla pubblicità. Negli spazi pubblicitari nello studio si effettuavano i famosi spostamenti di noi concorrenti ma anche delle telecamere e degli oggetti di scena, così tra cavi e tecnici e assistenti in giro c’era una confusione non indifferente, per questo ognuno doveva sapere cosa fare per non intralciare gli altri. La trasmissione andò bene, ci divertimmo molto e rischiammo anche di aggiudicarci la puntata, ma se la tua Luna è "nera" c’è poco da fare.

Spente le telecamere salutammo e ringraziammo tutti e facemmo la foto con Carlo Conti sotto riportata. Ritornammo in albergo per la cena e il pernottamento; l’indomani, dopo un bel giro per Roma, facemmo rientro in treno a Pisa. Nei giorni successivi ricevemmo, dagli amici ma anche da semplici conoscenti, i "complimenti per la trasmissione" e la solidarietà per la "sfortuna" avuta. A tutti confidammo quello che la nostra esperienza ci aveva insegnato: in TV "l’importante è apparire".

 

 

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